Siamo all’inizio del 2002 quando Antonio Argentieri decide di “scommettere” su Mesagne stretta tra l’azzurro cristallino del mare e il verde infinito degli uliveti.
“Siamo stati i primi” racconta il capostipite della famiglia nonché Presidente della “Moreno spa” “a credere in questo territorio, non solo attraverso investimenti molto consistenti ma anche puntando sulle sue potenzialità in termini di vocazione turistica”.
Si è concretizzato così il progetto di quella che oggi è una tra le strutture pugliesi di riferimento per il turismo leisure, per eventi esclusivi – qui si è recentemente svolta la prestigiosa cerimonia dei Golden Wine Awards di Food and Travel Italia, uno dei più prestigiosi eventi enologici – e per le esigenze sempre più incalzanti del settore MICE.
Il lavoro di Antonio si è distinto su molteplici fronti: “ci siamo impegnati nell’offrire servizi di altissimo livello curando la formazione e l’aggiornamento costante dei nostri collaboratori” e “…..abbiamo promosso fin dall’inizio, anticipandone i tempi non solo in Puglia ma a livello nazionale, una filosofia sostenibile anche in termini economici e sociali”. L’obiettivo prioritario è stato infatti quello di coniugare ambiente, tradizione, ecologia ed economia.
A Tenuta Moreno il rispetto per l’ambiente e per la natura si è concretizzato attraverso svariati aspetti creando un fil rouge strettissimo con il territorio nel rispetto della sua storia e delle sue tradizioni. “Qui a farla da padrone è senza alcun dubbio Madre Natura” sostiene con non poca soddisfazione Pierangelo, seconda generazione della famiglia Argentieri nonché direttore della Tenuta e Presidente di Federalberghi Brindisi.
Le scelte impiantistiche secondo energia rinnovabile – pannelli solari, eolici, geotermici -, le attrezzature, gli arredi, i materiali, l’offerta enogastronomica, la SPA e i rituali che utilizzano ingredienti locali: tutto ha ruotato attorno all’aspetto ecologico e sostenibile, considerando Tenuta Moreno una delle componenti di un ecosistema complesso quale quello di un patrimonio naturalistico e paesaggistico.
Nel parco della masseria ha trovato spazio anche un pollaio a cinque stelle (così definito dal quotidiano “Il Messaggero”) nato con l’obiettivo di produrre uova etiche da animali allevati all’aperto tra cui il pollo Leccese, razza in via di estinzione nonostante sia il protagonista assoluto dei decori sui piatti dell’antica tradizione di ceramiche pugliesi. Anche la scelta di un semplice contenitore avviene con un approccio nuovo, a favore di realizzazioni ad opera di artigiani del posto e utilizzando materiali locali – legno, ulivo, mirto.. – secondo un design moderno: oggetti sostenibili ed ecologici al 100% che una volta esauriti vengono bruciati in caldaia a biomassa tornando così nel sistema ecologico della Tenuta. Come le cassette di legno riutilizzate in piscina quali esclusivi ed originali vassoi.
Anche l’offerta enogastronomica ha saputo distinguersi, tanto che Tenuta Moreno con la sua cucina è stata tra i protagonisti di Expo 2015: ha rappresentato il ristorante della Regione Puglia a Eataly.
Il motivo è presto detto: la cucina della Tenuta capitanata da Vincenzo Elia – convinto sostenitore di una filosofia fondata sulla biodiversità, sulla protezione dell’ambiente e il rispetto delle culture e delle tradizioni locali – fin dall’inizio ha infatti utilizzato quasi esclusivamente prodotti locali a chilometro 0 e, lanciando inconsapevolmente quella che di lì a qualche anno sarebbe diventata una sorta di moda, ha organizzato un orto da cui attingere i prodotti facendoli addirittura scegliere dagli ospiti, e da considerare parte integrante della cucina stessa. Oggi l’orto della Tenuta è oggetto di visite guidate e di percorsi didattici per le scuole del territorio e suscita la curiosità dei numerosi partecipanti ai corsi di cucina che provengono da ogni dove alla scoperta delle preziose varietà autoctone come il pomodoro Fiaschetto di Torre Guaceto, il pomodoro Regina di Torre Canne ed il peperoncino dolce di Carovigno, irrinunciabile nell’accompagnare magistralmente la purea di fave. L’orto è in particolar modo apprezzato anche dalle api che lo hanno scelto come luogo ideale dove produrre dell’ottimo miele a testimonianza che la loro presenza e la loro buona salute è la prova dell’assenza di sostanze chimiche quali diserbanti e altri veleni usati in agricoltura.
Un’ulteriore chicca che richiama notevole interesse è il campo di collezione di fichi con quaranta varietà provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo, un vero e proprio progetto colturale finalizzato ad avere frutti freschi da giugno a dicembre da offrire agli ospiti della Tenuta, sfruttando le diverse caratteristiche e tempistiche di maturazione delle varietà di fico.
Un altro argomento che rende il progetto di Tenuta Moreno davvero unico e concretamente collegato al suo territorio, è la cultura perché, come racconta Pierangelo Argentieri figura di spicco nelle più importanti iniziative culturali del mesagnese e non solo “…..ha contribuito al rilancio del nostro territorio ed è stata determinante nel modificare il tessuto sociale e favorire il passaggio da una mentalità del sopruso a quella della legalità”.
Tenuta Moreno è stata partner di numerose e significative attività quali il SUM – Sistema Urbano Museale: La Cultura come destinazione, che ha posto Mesagne al centro di una rete per valorizzare e coordinare le suggestioni del territorio, e Culturare – Festival Biennale dedicato ai giovani talenti artistici del territorio che si è appena concluso a Mesagne. Nell’ultimo periodo la Tenuta è diventata anche cornice d’eccezione per opere di importanti artisti legati al territorio come Mimmo Epicoco e le sue figure femminili di “Pudico Errato” che rimandano a Madre Natura. Insomma si può ben sostenere che la storia di Tenuta Moreno è come un interessante e articolato mosaico che si è composto nel corso di 20 anni e a cui manca sempre un tassello rappresentato da iniziative sempre un po’ visionarie e anticipatrici dei tempi!