Un castello pugliese del ‘500 immerso in un territorio unico al mondo, una passione che si tramanda da otto generazioni e soprattutto il rispetto per la natura e i suoi frutti. Tutto questo, e molto altro, è sinonimo di Azienda Agricola Giancarlo Ceci.
Questa bellissima storia ha inizio nel 1819 quando Consalvo Ceci, sette generazioni prima dell’attuale proprietario, Giancarlo, acquisisce la Tenuta che si trova tra Andria – conosciuta come “la città dei tre campanili” – e Castel del Monte risalente al XIII secolo, fatto costruire dall’imperatore Federico II di Svevia su di una collina poco distante (dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, e scelto come effige per la moneta da 1 centesimo di euro), a 250 metri di altitudine, nell’area collinare pre-murgiana coccolata dalla brezza del mare distante solo 20 chilometri.Le generazioni successive tracciano la strada verso il futuro piantando viti e olivi ma la svolta arriva nel 1988 quando Giancarlo, fresco di laurea in Agraria e con una passione incontenibile per la natura, decide di portare avanti e valorizzare le tradizioni agricole familiari nel pieno rispetto dell’ambiente. Più che una decisione, quella di Giancarlo è la conferma di una filosofia che è stata il fil rouge della sua vita fin da quando, bambino, giocava e correva felice nel bosco che considerava il “suo” parco giochi mostrando una predisposizione e una curiosità fortissime per la natura e la terra, creando così un rapporto strettissimo e particolare con quei luoghi. Sulla scorta di ciò converte l’azienda al biologico minimizzando l’impiego di sostanze chimiche e di prodotti di sintesi e, nel 2011, la trasforma in azienda biodinamica con il prestigioso riconoscimento della certificazione Demeter: l’obiettivo è la ricerca dell’eccellenza nel rispetto dell’ambiente in tutte le fasi della filiera produttiva, dalla coltivazione dei terreni al consumatore finale, a testimonianza del valore delle risorse naturali. Attualmente l’Azienda segue diverse produzioni: il vino, l’olio EVO, le salse di pomodoro e le conserve, gli ortaggi freschi, la produzione di energia dal sole. Ma la scintilla dell’emozione per Giancarlo e per la sua famiglia, la moglie Rosalia, i figli Felice e Clara, diventa incontenibile quando raccontano dei vigneti (che si estendono per 70 ettari) e della cantina, realizzata nel 2004: l’orgoglio per le proprie origini e la fermezza dei propri ideali converge in prodotti risultato di una terra sana e potente.
Giancarlo, persona estremamente energica ma pacata ed elegantemente schiva, non si è mai accontentato dei risultati ottenuti e ha scelto la strada dell’approfondimento costante e della sperimentazione tanto da farne uno stile di produzione e da raccogliere la tanto complicata quanto stimolante sfida della biodinamica applicata al vino. La sua tensione verso il nuovo è continua, ricordando e rispettando il passato e la tradizione che va affidata alle future generazioni. Il suo impegno è quello di produrre vino “cercando di rappresentare al meglio questo territorio e i suoi vitigni” per ottenere “……un vino autentico, unico, che si evolve nel tempo e che suscita sensazioni senza ricorrere ad artifici, ma per la sua essenza e tipicità”. La tradizione e la ricerca si incontrano nel calice arricchendolo di emozioni e profumi. Ed è proprio questo il concetto che ha dato il via alla collaborazione vincente con Lorenzo Landi, una fortissima condivisione del principio del non fare in cantina se non lo stretto necessario per proteggere il terroir nel rispetto dell’ambiente e “….mantenere nel vino le peculiarità che la natura ha instillato nell’uva” come sostiene l’enologo che prosegue “…..nessuna pianta come la vite, concentra nel suo frutto l’essenza del territorio”.
E’ così che si rispetta l’originalità del territorio e se si parla del significato di “vini autentici” in primo luogo va individuato l’impegno a proteggere ciò che la natura ha creato: questo pensiero dà vita nel 2004 ad una cantina innovativa e rispettosa della terra prima ancora che dei vigneti e, nell’annata 2004-2005, ad un Nero di Troia autentico, concreto, complesso, col suo tannino deciso ed elegante. Una scelta coraggiosa e lungimirante che traccia un percorso che, negli anni, tanti produttori seguiranno. Tutti i vini dell’Azienda Agricola Ceci hanno un valore estremo perché partono da un prodotto sano e da un raccolto portato alla giusta maturazione nel rispetto dell’annata e del vitigno. Dimostrano un’attenzione continua ai dettagli e alla ricerca della qualità evitando l’alterazione dell’equilibrio che si trova nel frutto, per salvaguardarlo dal tempo e dall’ossigeno, facendo leva sulle sue componenti intrinseche che vengono accentuate ma non modificate. I vitigni autoctoni quali Nero di Troia, Bombino Bianco e Nero, Fiano e Moscato vengono valorizzati in un ambiente custodito con passione e attenzione, mentre quelli dei territori più prossimi quali Montepulciano e Aglianico, o internazionali, come Chardonnay, sono presenti nelle vigne dell’Azienda Ceci e sono perfettamente ambientati in un microclima eccezionale con la possibilità di esprimersi al meglio.
Un vero e proprio patrimonio immerso in un paesaggio unico, da scoprire grazie alla possibilità di visitare le cantine e i vigneti compiendo un viaggio nel tempo e nella storia di questi luoghi simbolo della Puglia più autentica e scoprirne tutti i segreti, e infine poter soddisfare anche le gioie del palato apprezzando le chicche del territorio (tra cui le erbe selvatiche, il crudo di mare……..) esaltate da una selezione di vini dell’Azienda. Anche se Giancarlo, nel frattempo, ha già in mente di rendere le sue creature ancora più strutturate lungo la strada dell’evoluzione cercando la sempre miglior espressività tra sapore, profumo e composizione, vale la pena sorseggiare i vini che oggi rappresentano al meglio la sua produzione fatta di amore, passione e rispetto per la terra.
Ad iniziare dal Grand Cru dell’Azienda, Felice Ceci DOCG Castel del Monte Nero di Troia Riserva, vino biologico di grande personalità, prodotto dalla selezione accurata di Uva di Troia. Elevazione in tonneaux di rovere francese per minimo 14 mesi, poi affinamento in bottiglia per almeno altri 12 mesi prima della messa in vendita. Grande bouquet olfattivo che si apre con toni di more, gelso nero e carruba, seguono fiori appena recisi, poi spezie dolci quali chiodi di garofano e moka di caffè. Al sorso è ampio, secco e di gran carattere: i tannini ancora leggermente ruvidi rendono dinamico il corpo succoso e ben strutturato. Piacevolmente lungo nel finale.
E’ poi la volta di Clara I.G.P. Puglia Fiano: vino bianco biologico, ottenuto da uve Fiano di vigneti selezionati. Affinamento in botte grande di rovere francese da 25 hl per 7 mesi.
Profumi di peonie e ginestra, pesca e albicocca mature, pepe bianco e mentuccia. Secco con note fresche e saline che alleggeriscono la struttura rotonda e voluminosa. Di grande eleganza, finezza e persistenza.
Degno di nota anche Parchitello DOCG Castel del Monte Bombino Nero. Vino rosato biologico, da uve Bombino Nero. Bouquet di melagrana, viola, fragola, leggero zenzero e zafferano. Al palato è fresco, sapido ma succoso con rimandi di fragoline di bosco. Elegante e profondo, perfetta espressione identitaria della Murgia Nord Barese.
Una bella sorpresa Apnea Spumante di Qualità DOC Castel del Monte Bombino Bianco Metodo Classico, con affinamento sui lieviti per 36 mesi. Vino bio
logico ottenuto da Bombino Bianco in purezza. Perlage sottile e continuo. Profumi di crosta di pane, fiori gialli, arancia, caramello e miele. E per finire Dolce Rosalia DOC Moscato di Trani Dolce Naturale, da Vendemmia Tardiva. Vino bianco biologico dolce naturale, ottenuto dall’accurata selezione di ciascun grappolo lasciato appassire direttamente in vigna. Profumi di zagare, vaniglia e miele, albicocche disidratate e mandorle tostate. Al palato è vellutato, con una viva freschezza che equilibra il sorso e rende il finale fine e pulito.
Una curiosità: i nomi dei vini vengono scelti da Giancarlo Ceci in base alle sue passioni. In primis la sua famiglia, Rosalia sua moglie, Felice suo padre e suo figlio, Clara la mamma e la figlia, mentre apnea è lo sport praticato da sempre perché il silenzio e la concentrazione aiutano a ritrovare la dimensione più profonda di se stessi.